La sfida verde delle città europee

Il controllo delle emissioni di CO2 e la creazione di spazi urbani abitabili è una sfida per il futuro dell'Ue.

Pubblicato il: Maggio 30th, 2018
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La sfida verde delle città europee

Il controllo delle emissioni di CO2 e la creazione di spazi urbani abitabili è una sfida per il futuro dell’Ue.

Dal 21 al 25 maggio si è celebrata in Europa la Green Week , con una serie di eventi e conferenze a Bruxelles dal 22 al 24 e la cerimonia conclusiva a Madrid il 25. Il titolo di quest’anno era “Green Cities for a Greener Europe”, dato che il 70% dei cittadini europei vive in aree urbane. I temi affrontati sono stati molteplici: qualità dell’aria, inquinamento acustico, natura e biodiversità, rifiuti e gestione dell’acqua, promozione della partecipazione dei cittadini.

La città olandese di Nimega, premiata nel 2018 come capitale verde d’Europa, si è posta come obiettivo proprio l’impegno di rendere la città più sicura per la salute dei suoi abitanti. Puntando a diventare una città neutrale dal punto di vista energetico entro il 2045 e “climate proof” entro il 2050, ha creato una mappa partecipativa che mostra i progetti realizzati dai cittadini all’interno dello spazio urbano.

In tale contesto si inserisce l’indicatore delle infrastrutture verdi urbane messo a punto dall’Agenzia europea per l’ambiente. L’indicatore prende in esame vari criteri, come la percentuale di spazi verdi, la loro distribuzione, le infrastrutture verdi effettivamente disponibili, la concorrenza spaziale nell’interfaccia urbano-rurale, il tipo di infrastrutture verdi presenti in ogni città e una serie di informazioni a esse relative. Secondi fonti Eurostat, in Europa la percentuale della popolazione urbana esposta a problemi ambientali varia molto da paese a paese:

L’indice europeo sulla qualità dell’aria è un altro indicatore importante del livello di inquinamento delle città e della qualità dell’aria che respirano i loro abitanti: un indicatore che la Ue usa come punto di riferimento per premiare le città più virtuose. Significative, sotto questo aspetto, le differenze fra i dati dell’Ue e gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità.

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