Gli autovelox, le automobili vecchie e il numero di incidenti mortali

Il numero di incidenti mortali nell'Unione europea è in calo costante, tranne che a Malta. Ma ci sono grandi differenze: in Romania si registrano 98 morti sulla strada ogni milione di abitanti, in Svezia 25. I sistemi  di controllo della velocità in alcuni paesi contribuiscono a raggiungere buoni risultati, mentre in altri non sono sufficienti. Ed è anche possibile guidare in modo sicuro con le vecchie auto.

Pubblicato il: Aprile 1st, 2019
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Gli autovelox, le automobili vecchie e il numero di incidenti mortali

Il numero di incidenti mortali nell’Unione europea è in calo costante, tranne che a Malta. Ma ci sono grandi differenze: in Romania si registrano 98 morti sulla strada ogni milione di abitanti, in Svezia 25. I sistemi  di controllo della velocità in alcuni paesi contribuiscono a raggiungere buoni risultati, mentre in altri non sono sufficienti. Ed è anche possibile guidare in modo sicuro con le vecchie auto.

Foto: Amada Slater/Flickr (CC BY-SA 2.0)

Nel 2017, 25.300 persone hanno perso la vita in incidenti stradali in tutta l’Unione europea. Nel 2002 erano 54mila: un calo del 50%, con una tendenza in continuo miglioramento. Il numero di morti sulle strade è diminuito di 22.500 unità fino al 2010, nei successivi 8 anni (2010-2017) è sceso solo del 20%, ovvero a 6.200 decessi. Questa analisi prende in considerazione le statistiche sugli incidenti stradali in ogni paese e indaga l’esistenza di un legame tra il numero di incidenti mortali, il numero di autovelox sulle strade e l’età media delle automobili.

Secondo i dati raccolti da Eurostat , Romania e Svezia aprono e chiudono la classifica degli incidenti mortali su strada. In Romania, 98 persone ogni milione di abitanti hanno perso la vita in un incidente automobilistico, mentre in Svezia nel 2017 si sono registrati, per le stesse cause, solo 25 decessi su un milione di persone. I bulgari sono appena dietro i rumeni con 96 morti, seguiti da croati (80), polacchi (75) e  lettoni (70). L’Ungheria è all’ottavo posto, con 64 decessi per milione di abitanti, con un totale di 624 persone morte in strada nel 2017, 14 in più rispetto all’anno precedente.

 

La media Ue è di 50 morti per milione di abitanti, con 16 stati membri che superano la media dell’Unione. Gli svedesi si trovano nella miglior situazione, l’uscente Regno Unito si trova al secondo posto (27), seguito da Danimarca (32) e Paesi Bassi (31).

Il numero di autovelox è stato raccolto da Scdb, database mondiale degli autovelox. A logica più autovelox ci sono e meno incidenti stradali si verificano. Questa ipotesi trova chiaro sostegno nei dati, ma esistono eccezioni significative.

Calcoliamo la quantità di autovelox in base a quanti ne vengono collocati in un paese nel raggio di mille chilometri quadrati. Ai due estremi troviamo Slovacchia e Irlanda (con 0,2 autovelox) Belgio (67,6) e Malta (66,5) all’altro capo. L’Ungheria, con 2,8 autovelox, è tra i paesi meno forniti, anche se i guidatori non la pensano allo stesso modo. In ogni caso, l’Ue ha una media di 11.7 autovelox per mille chilometri quadrati.

È significativo il fatto che in Romania, il paese con il più alto numero di incidenti mortali, ci siano così pochi autovelox (0,9 ogni mille km²). Inoltre, 10 degli 11 paesi con il più alto tasso di incidenti mortali hanno 0,2/4,5 dispositivi per migliaio di chilometri quadrati. C’è un grande divario nel dodicesimo posto dove troviamo l’Italia, che registra 56 decessi per milione di abitanti, nonostante ci siano 33,8 autovelox ogni mille chilometri quadrati.

Segue il Belgio, che ha il più alto tasso di autovelox, ma conta ancora 55 vittime per milione di persone. L’analisi di tutta la classifica non ci condurrà a conclusioni definitive: mentre i britannici hanno molti autovelox (31,3) e poche vittime (27), gli svedesi hanno il più basso livello di decessi (25) a fronte del minor numero di autovelox (3,8).

Ma concentriamoci su Malta: qualcosa non quadra sull’isola. Tra il 2001 e il 2017, il numero di incidenti in tutti i paesi Ue è diminuito, a eccezione di Malta.

In questo periodo di 16 anni gli incidenti mortali in Estonia e Lettonia si sono ridotti del 75% e del 72% in in Lituania. Malta, invece, ha registrato un aumento del 18%. Anche in Romania, seconda a Malta per il numero di incidenti mortali, la situazione è migliorata del 20% nello stesso periodo. Il declino di 49 punti percentuali conosciuto dall’Ungheria l’ha portata al 21esimo posto nell’Ue, ma è scesa al di sotto della media dell’Unione (54,1). Si capisce quindi che, alla luce di questi dati, Malta stia cercando, per esempio, di installare più autovelox. L’isola è al secondo posto per numero di autovelox, ma è lungi dal migliorare i propri risultati.

Consideriamo ora l’età media delle automobili, per la quale i dati sono disponibili solo a partire dal 2014 . Sembra logico che dove le automobili sono più vecchie, peggio equipaggiate o hanno un minor livello di manutenzione, il pericolo per la vita umana sia maggiore e ci siano, di conseguenza, più vittime. Ma i numeri dicono qualcosa di diverso. La Slovacchia ha il parco autovetture più vecchio (11,3 anni), ci sono pochissimi autovelox (0,2/mila km²), ma il paese è nella media degli stati membri Ue, anche se non rientra nella media dell’Unione per numero di vittime (57 vittime/milioni di abitanti). L’età media delle auto estoni è di 11 anni e gli autovelox sono una quantità limitata, ma le persone che perdono la vita in incidenti stradali sono 36 per milione di abitanti. I finlandesi, gli spagnoli e gli olandesi guidano le proprie automobili in media per oltre 9 anni e registrano buoni risultati in termini di incidenti. Tra loro, solo gli olandesi hanno un numero più alto di autovelox in strada (23.7/km²).

È interessante notare che rumeni, bulgari e polacchi hanno risultati negativi sugli incidenti nonostante guidino auto relativamente nuove (rispettivamente 7,72, 5,54, 5,75 anni). Le automobili più nuove si trovano in Lussemburgo (in media 5,55 anni), che ha il salario minimo più alto dell’Ue (1.738 euro).

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