La tua squadra ha perso di nuovo? Potrebbe c’entrare la mafia delle scommesse

Ogni anno la criminalità organizzata guadagna 120 milioni di euro dalle scommesse legate a incontri truccati in manifestazioni sportive, secondo un studio di Europol. La corruzione e gli incontri truccati interessano vari sport, dal calcio al tennis, e le squadre sono tanto propense a cedere quanto i singoli giocatori.

Pubblicato il: Novembre 18th, 2020
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La tua squadra ha perso di nuovo? Potrebbe c’entrare la mafia delle scommesse

Ogni anno la criminalità organizzata guadagna 120 milioni di euro dalle scommesse legate a incontri truccati in manifestazioni sportive, secondo un studio di Europol. La corruzione e gli incontri truccati interessano vari sport, dal calcio al tennis, e le squadre sono tanto propense a cedere quanto i singoli giocatori.

Negli anni Ottanta la mia cittadina aveva una squadra di calcio piuttosto forte: a un certo punto, però, ai suoi giovani giocatori di talento si affiancarono alcuni “vecchi” e più tardi si scoprì che vendevano e compravano partite. Lo stadio della città divenne il centro di uno scandalo nazionale sulle scommesse. Nel corso di un campionato i giocatori furono quasi certamente comprati: non riuscirono ad entrare nella massima divisione per poco, e questo avvenne in circostanze a dir poco sospette: alla squadra mancava un solo punto, ma nell’ultima partita perse per 8 a 1. 

Anni dopo, quando scoprii che il risultato di quelle partite era stato deciso a tavolino fu una delusione cocente. I miei adorati calciatori erano truffatori che, guarda caso, giocavano anche bene a calcio.

La generazione cresciuta durante lo scandalo delle partite truccate degli anni Ottanta apprese che la professionalizzazione nel calcio va a braccetto con i migliori metodi criminali. Il fenomeno riguarda in particolare l’ultimo decennio: gli episodi sono diventati così frequenti da attirare l’attenzione delle istituzioni dell’Ue. 

Nel 2013 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione  sulle partite truccate e la corruzione nello sport per incoraggiare la collaborazione in vari settori come la raccolta, lo scambio, l’analisi e la diffusione delle notizie sportive. In un’altra risoluzione  di quello stesso anno, questa volta sulle scommesse online nel mercato interno, il parlamento sottolinea i collegamenti tra le truffe legate alle scommesse e il riciclaggio di denaro sporco che affligge il mercato interno dell’Ue. Nel 2014, Europol ha lanciato un progetto finalizzato a fornire sostegno investigativo ai Paesi dell’Ue.

La definizione generalmente accreditata per questo tipo di reati è tutelata dall’Articolo 3 della Convenzione sulla manipolazione delle competizioni sportive (2014) del Consiglio d’Europa. La Convenzione definisce la “manipolazione delle competizioni sportive” come “un accordo, un atto o un’omissione intenzionali volti a modificare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione sportiva al fine di eliminarne in tutto o in parte l’imprevedibilità per ottenere un indebito vantaggio per sé stessi o per altri”.

Uno studio di Europol ha calcolato in 169mila miliardi di euro l’anno il totale del mercato globale delle scommesse in tutti gli sport. Il calcio rappresenta più del 60% del mercato. A livello globale, il 65% del giro d’affari delle scommesse avviene in Asia, il 21% in Europa e il restante 14% nel resto del mondo. Al tempo stesso, il giro d’affari dei mercati regolamentati delle scommesse rappresenta soltanto il 25% del mercato globale. Ciò significa che tre quarti di tutte le scommesse avvengono nel mercato nero clandestino.

Dalla pianificazione, passando per l’attuazione e arrivando alla legalizzazione dei guadagni illeciti, la criminalità sportiva esige un alto livello di organizzazione trans-frontaliera. Questo lascia supporre che tale attività rientri tra le molte altre di cui si occupa la criminalità organizzata. La cooperazione internazionale è di cruciale importanza, ma è indispensabile notare che oggi la maggior parte delle truffe avviene online.

Oltre a influenzare eventi sportivi, i criminali sono spessi coinvolti in altri reati gravi, quali il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, i furti e le estorsioni. Sono coinvolti in questi reati sia i cittadini dell’Ue sia quelli di altri Paesi. Le associazioni criminali del Sud-est asiatico sono molto presenti e attive, ma vi sono, tra le altre, anche organizzazioni che parlano russo, armeno e albanese. Curioso il fatto che non ci sia rivalità tra le associazioni criminali europee e asiatiche: prevale quasi sempre una cooperazione, nulla indica una competitività aggressiva in questo mercato.

Si deve comprare una squadra intera, non truccare le partite

Potremmo immaginare che per truccare una partita sia sufficiente corrompere soltanto un giocatore, alcuni giocatori, l’allenatore o l’arbitro, che agiranno o meno a seconda dei risultati voluti. Questo è naturalmente il metodo più usato, ma tanti gruppi criminali sono andati ben oltre, comprando una squadra intera o la quota di maggioranza di una di esse. Questo modus operandi è usato dai network del sud-est asiatico, in particolare quelli cinesi, che vanno alla ricerca di squadre in difficoltà finanziaria per fare loro un’offerta. Il business coinvolge privati e aziende: non disponiamo di informazioni sufficienti a sapere quanto siano diffuse nell’Ue queste pratiche, ma il modello esiste ed è proficuo.

Ma fermiamoci un momento e facciamo un passo indietro. Sull’agenda politica dell’Ue c’è l’incursione delle aziende cinesi in Europa. La pandemia da Covid-19 ha accelerato questo processo: le aziende indebolite dalla pandemia sono contattate dagli investitori cinesi che presentano loro un’offerta allettante e, di conseguenza, l’azienda europea diventa un interesse cinese. Benché si parli di aziende private, dietro di esse spesso si può risalire allo stato cinese e al suo illimitato sostegno finanziario. Per questo motivo, l’Ue intende porre un freno a questi comportamenti: gli aiuti di stato occulti possono innescare un intervento dell’Ue. Alcuni indicatori fanno comprendere che il modello cinese applicato al settore privato ha già raggiunto le squadre sportive. Non si parla più soltanto di aziende di proprietà dello stato cinese che acquistano interessi europei: pare che a farlo siano anche gruppi della criminalità organizzata cinese.

Un altro sistema che va di pari passo con l’acquisto di squadre o di azioni è il trasferimento dei giocatori nelle squadre prese di mira. Questo vuol dire creare un rapporto con il management della squadra, ma una volta che il giocatore straniero ne entra a far parte, diventa facile truccare una partita. A questo proposito, ci si potrebbe chiedere quanto ciò influisca sul giocatore stesso, che inizia a giocare per una nuova squadra soltanto per offrire prestazioni sportive negative.

Una cosa del genere è accaduta nel calcio ungherese: un giocatore straniero e la sua squadra sono retrocessi dalla prima divisione, poi il giocatore è stato trasferito in un altro club che giocava ancora nella Lega Nazionale, ma soltanto fino alla fine dell’anno. In due anni, il giocatore straniero ha giocato in due sue squadre retrocesse dalla prima divisione. Non possiamo sapere se ciò sia il risultato di qualche truffa, ma questi sono propri i casi sui quali si concentrano le indagini degli inquirenti internazionali.

Nove anni, 92 truffe

L’anno scorso, Argyro Elisavet Manoli, professoressa alla Loughborough University, ha redatto uno studio sugli eventi sportivi corrotti tra il 2010 e il 2018. Lo studio ha individuato 92 casi complessivi, la maggior parte dei quali (47) sui campi da calcio.

Nei casi di corruzione acclarata erano coinvolti 19 sport. Dopo il calcio, al primo posto, c’erano cinque episodi nell’atletica, quattro nel tennis e nel ciclismo. Si è appurato un caso di corruzione in altri sport come hockey, pallacanestro, biathlon, nuoto, corsa e paralimpiadi. Lo studio ha evidenziato anche che, malgrado la varietà delle misure adottate per prevenire la corruzione in alcuni dei Paesi colpiti come Francia e Bulgaria, il numero dei casi riscontrati è aumentato in modo consistente.

Alla mafia piacciono calcio e tennis

Secondo Europol le organizzazioni di stampo mafioso trovano redditizio questo modo di fare affari perché presenta bassi rischi e offre alti guadagni. Il loro business model è in un certo senso comune a tutte le organizzazioni di stampo mafioso: in caso di cattura, i vertici restano estranei e coperti. A essere colti in flagrante sono perlopiù i giocatori, gli allenatori, gli arbitri o gli intermediari, mentre i mandanti eludono le investigazioni degli inquirenti.

Se da un lato il calcio è lo sport più colpito dal fenomeno, i criminali hanno mostrato un interesse crescente verso il tennis e altri sport professionali, tra cui il basket, la pallamano, il beach volley e l’hockey su ghiaccio.

I soldi generati a livello globale dalle scommesse sul calcio superano di gran lunga quelli di qualsiasi altra forma di scommessa sportiva: sulla base delle informazioni disponibili, la gente ogni anno spende 895 miliardi di euro l’anno per il calcio (oltre ai 169mila miliardi già menzionati). Dalle stime risulta che soltanto l’1% delle partite di calcio è truccato. Le partite delle divisioni inferiori sono l’obiettivo preferito dei gruppi criminali, dato che trovare e corrompere la persona giusta è più facile e i risultati “strani” creano meno ripercussioni. In assenza di giocatori trasferiti da altre squadre, i criminali tendono a prendere di mira giocatori in posizioni chiave o quelli che stanno vivendo difficoltà a livello personale (famiglia, droga, alcool) o che sono facilmente corrompibili per altri motivi. Spesso l’intermediario è un ex giocatore della squadra, una persona che conosce molto bene l’ambiente e che gode di un certo rispetto.

Negli ultimi anni sono aumentati considerevolmente i sistemi per truccare le partite di tennis. Tra il 2014 e il 2018 sono state truccate circa 500 partite, ma è plausibile che il dato reale sia più elevato, a detta di Europol. Le truffe sono aumentate di 9 volte tra il 2016 e il 2017. Il tennis è uno sport allettante per la criminalità organizzata a causa del numero limitato di “protagonisti”: per truccare una partita è sufficiente avvicinare un giocatore o un arbitro. Gli obiettivi più importanti sarebbero gli incontri dell’International Tennis Federation Futures e i tornei dell’Association of Tennis Professionals (ATP) Challenger. 

Nella pratica, le organizzazioni criminali scommettono cifre basse o medie su partite di basso livello con premi in denaro compresi tra i 5 e i 10mila dollari. Questi incontri, in genere, non sono video-registrati: spesso basta un infortunio del giocatore per ottenere il risultato desiderato. Questi incontri truccati sono pressoché impossibili da scoprire e documentare.

L’impatto del Covid-19

La pandemia in corso, naturalmente, incide anche sulla corruzione nello sport. I lockdown della primavera 2020 hanno portato a posticipare le partite: si pensa che solo una minima percentuale di queste sia stata truccata. Sembra tuttavia che le organizzazioni criminali o i singoli si siano adattati alla nuova situazione e abbiano preso di mira le partite giovanili e gli incontri amichevoli. L’immaginazione e l’avidità di chi trucca gli incontri sportivi pare essere senza limiti. In alcuni Paesi europei è stato possibile scommettere addirittura su “partite fantasma”, incontri non disputati e inventati che chi trucca le partite fingeva avessero luogo. Coloro che li hanno “organizzati” sono arrivati a reclamizzare ai bookmaker, agli scommettitori e sui social media, su blog e falsi siti web queste partite fasulle. Perfezionando le loro farse, i truccatori di incontri hanno inventato di sana pianta formazioni di gioco inesistenti, le statistiche e perfino i risultati delle partite.

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