Lea Melandri: “L’amore ha fatto da velo alla violenza domestica”

Il #MeToo e le mobilitazioni femministe in tutto il mondo hanno riportato al centro del dibattito uno degli slogan storici del femminismo, “il personale è politico”. Come parlare di femminicidio e patriarcato senza prendere in conto la relazione potente e strutturale tra amore e violenza? La saggista Lea Melandri ne parla con Francesca Barca.

Pubblicato il: Marzo 13th, 2024
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©Wikipedia

Lea Melandri (1941) è saggista, scrittrice e giornalista. È una delle figure storiche del femminismo italiano. Il suo Amore e Violenza. Il fattore molesto della civiltà (Bollati Boringhieri) è uscito nel 2011 e verrà rieditato nel 2024: il testo è stato tradotto in inglese e in francese apparirà in primavera in francese per Sens Public. Per i suoi scritti consultare l’Archivio di Lea.

La “dominazione maschile” ha una peculiarità rispetto alle altre. Quale? 

Lea Melandri: Fra tutti i domini che la storia ha conosciuto, quello maschile è del tutto particolare in quanto passa attraverso le vicende più intime, come la sessualità, la maternità, le relazioni familiari. Gli uomini sono i figli delle donne, incontrano un corpo diverso dal loro che li ha generati nel momento della loro maggiore dipendenza e inermità. È il corpo che li ha in sua balìa per i primi anni di vita, che può dare accudimento o abbandono, vissuto all’origine come potente, corpo che incontreranno nella vita amorosa adulta in una posizione di potere capovolta. Confinando la donna nel ruolo di madre l’uomo ha costretto anche se stesso a portare una maschera di virilità sempre minacciata, a contrarre vincoli di indispensabilità anche quando non sono necessari. Il sogno d’amore, come appartenenza intima a un altro essere, unità a due, prolungamento del legame originario tra madre e figlio, porta in sé il rischio dello strappo violento, legato al bisogno di autonomia di ogni singolo.

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