L’Europa delle scuole materne va a più velocità

L'ampiezza delle classi nelle scuole materne in Europa è estremamente diseguale: in alcuni paesi, le classi accolgono il triplo di bambini rispetto ad altri. La situazione è altrettanto diseguale anche dal punto di vista della spesa annua.

Pubblicato il: Maggio 21st, 2018
L’Europa delle scuole materne va a più velocità_62cf18bf99772.png

L’Europa delle scuole materne va a più velocità

L’ampiezza delle classi nelle scuole materne in Europa è estremamente diseguale: in alcuni paesi, le classi accolgono il triplo di bambini rispetto ad altri. La situazione è altrettanto diseguale anche dal punto di vista della spesa annua.

Photo: Pixabay

I piccoli europei non godono delle stesse condizioni in tutto il continente. Nella scuola materna (3-6 anni) le differenze sono spesso enormi, per esempio nel rapporto tra il numero di alunni per maestro, ovvero il numero di bambini di cui si deve occupare ogni insegnante. In Svezia, questo rapporto si situa su un numero pari a sei studenti; in Francia si arriva al triplo, circa 22. Il numero di bambini che ogni maestra o maestro ha in gestione gioca un ruolo essenziale nella qualità dell’insegnamento e spiega, in parte, il posizionamento negativo della Francia nelle valutazioni internazionali del livello scolastico.  

Se la situazione francese sembra un’eccezione, in realtà altri paesi si trovano a dover affrontare delle classi troppo numerose: è il caso del Belgio, della Polonia, della Svizzera, della Norvegia, dei Paesi Bassi, del Portogallo e dell’Inghilterra, dove il tasso supera i 15 bambini per maestro.

Queste differenze riflettono il divario che separa i paesi europei per quanto riguarda l’educazione dei bambini in età prescolare. La spesa annuale per un bambino alla scuola materna nel 2014 era di 7.760 euro in Francia, contro i 13.200 euro in Svezia. I paesi più generosi da questo punto di vista sono il Lussemburgo, che spende 21.200 euro all’anno per ogni alunno che frequenta la scuola dell’infanzia, contro, dall’altro lato della classifica, la Repubblica ceca, che ne spende 5.000, ovvero un quarto.

Ricevi la nostra newsletter