Ogni anno centinaia di migliaia di europee ed europei partecipano al programma Erasmus, uno scambio accademico e culturale che influenza la loro carriera e la loro vita. Molti studenti però ne restano parzialmente esclusi
Le vicende storiche che hanno toccato l’ex Jugoslavia e l’Albania stanno finalmente entrando nello spazio europeo della memoria. Lo suggerisce anche il numero crescente dei viaggi di istruzione che vengono organizzati, perlomeno a partire dall’Italia.
In alcune aree del paese i trasporti pubblici che collegano i luoghi di residenza delle famiglie e gli edifici scolastici sono carenti. La carenza di collegamenti accessibili finisce per colpire le scuole nelle aree interne, facendo aumentare la mobilità degli insegnanti e colpendo la qualità della didattica.
A maggio del 2019 la Gazzetta ufficiale dell’Ue ha pubblicato un documento intitolato “Raccomandazione del consiglio su un approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue”. Secondo il consiglio dell’Unione europea è essenziale che i cittadini europei conoscano almeno due lingue straniere, oltre alla propria lingua madre.
Un’analisi esclusiva basata su oltre 100 milioni di dati meteorologici mostra che che tutte le più grandi città europee sono più calde nel XXI secolo rispetto ai cento anni precedenti. Se le regioni più colpite sono nei paesi nordici, in Andalusia e in Romania, l’Italia non sfugge a una tendenza di fondo.
L'OCSE ha pubblicato il suo rapporto "Education at a Glance": un'analisi dei diversi sistemi educativi nei paesi dell'OCSE e in altri paesi partner.
Gli studenti provenienti da un contesto migratorio devono affrontare una serie di sfide di integrazione. Una situazione che influenza il loro apprendimento.
Quali sono stati gli sviluppi del programma Erasmus?
Sono ancora molte le differenze tra i pesi europei in termini di istruzione. A partire dal rapporto numerico tra insegnanti e allievi.
Moltissimi studenti del sud-est Europa si iscrivono all’università all’estero, ma per buona parte di loro uscire dalla regione resta un miraggio