Le cosiddette “Big Tech” (le grandi aziende tecnologiche, tra cui Google, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft) si sono trasformate: da semplici piattaforme sono diventate dei veri grandi attori internazionali, con motivazioni e interessi finanziari e politici. Per questo è importante riflettere sul ruolo che giocano nell’influenzare i processi elettorali, anche in Europa.
Un drastico aumento nelle spese di lobbying da parte delle grandi aziende del settore tecnologico (Google, Amazon, Facebook e Apple) ha corroso le leggi sulla privacy europee, tradizionalmente tra le più rigide al modo, trasferendo più potere nelle mani dei GAFA.
La raccolta di massa di dati, la geolocalizzazione e il riconoscimento facciale sono diventati una realtà nel clima di diffusa paura del contagio. Queste minacce alla privacy, alla libertà e alla democrazia si intensificheranno sempre di più con l’imposizione delle app di tracciamento dei contatti.
Quanto conta la nudità su Instagram nella visualizzazione dei contenuti postati? Come vengono scelte le foto messe in evidenza? Un’inchiesta esclusiva, dati alla mano, racconta questa zona d’ombra nella legislazione europea, fatta di algoritmi opachi da un lato, e da una legislazione inefficace dall’altro.
Le reti 5G che stanno prendendo piede in tutta Europa possono offrire alle città - ai cittadini come alle amministrazioni - uno stile di vita sostenibile, regolare il traffico e aumentare la sicurezza; dall’altro canto, però, questa tecnologia può anche portare verso la sorveglianza di massa.
Siamo sempre più collegati e un database lo dimostra.
Il 20 giugno la commissione giuridica del Parlamento europeo deve votare una proposta di riforma della direttiva sul copyright. Sembra un tema oscuro? In realtà è cruciale: la nuova direttiva potrebbe modificare l’aspetto di internet.
Le autorità europee per la protezione dei dati stanno seguendo politiche di reclutamento profondamente diverse per mettere in pratica il nuovo regolamento europeo sulla privacy.
L'agenzia Elementus ha registrato le vendite dei principali token a partire dal 2014.
Spazi virtuali che forniscono un'immagine olistica e in tempo reale di cosa succede in giro. Modelli comuni di dati, accessibili gratuitamente e liberamente. Partecipazione e scambio da parte dei cittadini nel beneficiare delle informazioni che loro stessi producono. In che direzione si può andare, e uno sguardo a due modelli già reali: Utrecht (Paesi Bassi) e Santander (Spagna).