Nel periodo 2019-2020, l'Unione europea è rimasta il principale partner economico del Regno Unito, in termini di esportazioni e di importazioni di beni e servizi.
La Brexit, con o senza accordo, si avvicina: il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue acuirà le disuguaglianze tra le regioni, soprattutto tra Londra e il Nord del Paese.
I pochi accordi commerciali che il governo britannico ha finora concluso con i paesi extracomunitari compenseranno solo in piccola parte le perdite dovute all’uscita dal mercato europeo causate dalla Brexit.
A due mesi dalla fine del periodo di transizione, i negoziati fra Londra e Bruxelles sulla Brexit sembrano bloccati.
Il 12 dicembre, quasi tre anni e mezzo dopo il referendum europeo, gli elettori britannici sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento e, di conseguenza, definire il destino della Brexit. Un voto tattico potrebbe fare la differenza.
Lo smantellamento di decenni di integrazione fra il Regno Unito e l'Unione europea comporterà grandi cambiamenti economici, nel paese e nell'Unione.
Questa settimana le istituzioni europee hanno approvato una estensione flessibile per la Brexit, che dovrebbe dare tempo al Regno Unito fino al 31 gennaio 2020 per trovare un accordo, votarlo, e uscire dall'Ue.
I diritti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e quelli dei cittadini britannici che vivono nei paesi membri dell’Ue è una questione chiave del terzo giro di negoziati tra il governo britannico e l’Unione europea
Un recente studio della fondazione Bertelsmann stima che un’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione europea potrebbe causare danni per più di cento miliardi di euro all'anno ai britannici e agli abitanti del continente.
Si avvicina la fatidica data in cui la Gran Bretagna uscirà dall’Ue: mentre il processo di attuazione è ancora vago, migliaia di inglesi chiedono la cittadinanza in altri paesi europei.