Tra il 2014 e il 2020 l’Unione europea, nell’ambito della Politica Agricola Comune, ha speso 100 miliardi di euro per combattere il cambiamento climatico. Ma questi fondi, che rappresentano la metà dell’intero budget UE destinato alla lotta al cambiamento climatico, non hanno portato a una riduzione delle emissioni di gas serra.
Alti tassi di disoccupazione, ineguaglianze sempre più evidenti e digital divide. Nei Balcani la crisi rischia di lasciare indietro soprattutto i giovani e provocare una nuova ondata di migrazioni, ma potrebbe anche offrire nuove opportunità per rilanciare le economie.
Il numero di lavoratori poveri è aumentato in 16 paesi dell’Ue. In risposta, la Confederazione europea dei sindacati chiede che la direttiva sui salari minimi della Commissione europea vieti di fissare stipendi minimi al di sotto della soglia di rischio di povertà.
Prima degli stanziamenti aggiuntivi, come il recovery fund, uno dei primi strumenti messi in campo dall’Ue è stata la possibilità per gli stati di reindirizzare i propri fondi europei nel contrasto all’emergenza. Vediamo come questo processo è avvenuto, in Italia e negli altri paesi.
Anche nell’ultimo anno le banche private continuano a non fare la loro parte: quale sarà il futuro della transizione energetica se i rallentamenti e gli ostacoli al sistema pubblico si uniscono all'inaffidabilità di quello privato?
Per l’Ue, gli intoppi nella distribuzione dei vaccini possono essere risolti grazie alle collaborazioni volontarie messe in campo dai colossi farmaceutici. Ma la società civile e diversi Paesi chiedono la liberalizzazione dei brevetti, per poter produrre autonomamente dosi e garantire la copertura vaccinale al maggior numero di persone possibile. Seconda parte dell’inchiesta di Stefano Valentino sulle pratiche monopolistiche delle aziende farmaceutiche.
La Croazia nei prossimi anni riceverà una quantità rilevante di fondi europei. Ma le strategie su come si intenda utilizzarli sono quantomai ambigue.
Se messi in pratica in modo diligente ed efficace, i provvedimenti per la ripresa annunciati dalla Banca centrale europea e il Next Generation Plan della Commissione europea potrebbero dare inizio a una rinascita per l’Ue. Ma ci sono ancora degli ostacoli da superare.
Le case farmaceutiche aprono a collaborazioni pilotate con terzi sui vaccini Covid, ma rifiutano di condividere licenze e profitti. I governi Ue lamentano la penuria di dosi, ma non mettono in discussione l’organizzazione monopolistica della produzione.
L’Unione europea oscilla tra difesa della salute e difesa del monopolio dell’industria farmaceutica, opponendosi alla liberalizzazione della produzione di vaccini, col rischio di frenare l’immunizzazione necessaria per la ripresa economica. Approfondiamo la questione in un’inchiesta in tre parti.