Nonostante un numero elevato di detenuti e tempi di detenzione di gran lunga superiori alle medie europee, il sistema giudiziario greco fa un abuso sistematico della custodia cautelare.
In Europa, nel 2021, si sono registrati 17,5 suicidi ogni 10.000 detenuti in custodia cautelare, contro gli 8,54 tra il resto della popolazione carceraria.
Un’intervista con Alessio Scandurra, direttore dello European Prison Observatory, per comprendere l’impatto della pandemia sulle carceri europee, sia a livello sanitario sia in termini di minori o maggiori opportunità per le persone detenute.
Nonostante le carceri siano un terreno fertile per i virus, le amministrazioni penitenziarie hanno comunicato pochi dati sui casi di Covid-19, sui decessi e sulle vaccinazioni nelle prigioni europee. Qual è l’impatto della pandemia nelle carceri europee? Ce lo raccontano i dati raccolti in 32 paesi.
Secondo l'OMS sono quasi sei milioni le persone incarcerate ogni anno nelle prigioni europee.
Dall’inizio del secolo il vecchio continente è l’unica macroregione al mondo a conoscere una riduzione della popolazione carceraria. Una tendenza che si spiega con gli sviluppi positivi in Russia e in Europa centro-orientale. Invece in Italia si registra un aumento del 13% in tre anni, e si fa notare il problema del sovraffollamento.
Il tasso di suicidio nei penitenziari balcanici è basso rispetto agli altri paesi europei, in parte per la diversa composizione della popolazione carceraria.