Le cosiddette “Big Tech” (le grandi aziende tecnologiche, tra cui Google, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft) si sono trasformate: da semplici piattaforme sono diventate dei veri grandi attori internazionali, con motivazioni e interessi finanziari e politici. Per questo è importante riflettere sul ruolo che giocano nell’influenzare i processi elettorali, anche in Europa.
Chi ha votato contro una maggior integrazione nell'Unione europea e perché? Un gruppo di ricerca si è posto la questione, esaminando i dati dei risultati nazionali di più di 63mila seggi elettorali in Europa.
Nel corso delle ultime elezioni presidenziali romene, quasi un milione di elettori ha votato dall'estero recandosi agli oltre 800 seggi sparsi in tutto il mondo e aperti dal venerdì alla domenica: un’esplorazione visiva dei dati
Il 12 dicembre, quasi tre anni e mezzo dopo il referendum europeo, gli elettori britannici sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento e, di conseguenza, definire il destino della Brexit. Un voto tattico potrebbe fare la differenza.
Sembrava che l’ascesa al potere nel 2015 di Syriza, coalizione della sinistra, avesse spazzato via il vecchio ordine politico greco. Il nostro viaggio nelle roccaforti delle sue dinastie mostra invece che il vecchio ordine politico greco è ancora vivo. E cerca la rivincita.
Quasi 17 milioni di cittadini dell’UE vivono in uno stato membro diverso da quello d’origine. Possono votare per il Parlamento europeo là dove risiedono, ma quasi nessuno lo fa. È un’occasione persa per una politica più transnazionale.
Nel corso dei prossimi cinque anni l’Unione europea sarà frammentata come mai avvenuto prima d’ora, ritiene il politologo olandese Cas Mudde. Questa frammentazione è la lezione principale che si trae dalle elezioni europee 2019. E contrariamente alla narrazione preponderante nell’ultimo decennio, i vecchi partiti centristi non devono misurarsi solo con un insieme di partiti e gruppi populisti anti-sistema.
I partiti tedeschi differiscono molto nel modo di farsi pubblicità su Facebook. Il partito conservatore CDU punta su regioni, mentre il partito di sinistra SPD mette a punto pubblicità in funzione del genere. Alternativa per la Germania, formazione di estrema destra, usa invece un criterio completamente diverso.
I dati mostrano che durante la campagna per le elezioni europee di maggio, i partiti politici hanno speso milioni di euro per la pubblicità mirata su Facebook. La piattaforma social ha quasi completamente sostituito gli incontri e il contatto personale tra candidati ed elettori.
Ambiente, situazione economica e ovviamente immigrazione: in vista delle elezioni europee, i partiti hanno speso milioni in pubblicità politica su Facebook. Abbiamo analizzato i contenuti di 35.000 inserzioni in cinque diversi paesi.