A causa di nuove definizioni più restrittive, i tassi di riciclo degli imballaggi in plastica dichiarati dagli stati membri caleranno drasticamente. Senza un rafforzamento della sua capacità industriale, l’Ue non potrà raggiungere l’obiettivo del 50 per cento di riciclo entro cinque anni.
Costi per la salute, ma non solo. Se si considerano anche i danni alla biodiversità e all'agricoltura la stima è ancora più alta. La buona notizia è che per il 2030 si prevede un calo delle emissioni auto, e dunque un contenimento di questi costi. Ma la scelta di politiche mirate può fare una grande differenza.
Nonostante lo scandalo Dieselgate, le auto a diesel sono ancora le più acquistate in Europa. Una tendenza che sta cambiando lentamente, mentre i governi e l’opinione pubblica cominciano a comprenderne l’impatto sulla salute pubblica.
Le emissioni diesel in eccesso producono sono una piccola parte delle polveri nocive, eppure, sono responsabili di migliaia di morti in zone densamente popolate e con traffico elevato.
Nonostante gli sforzi compiuti dei paesi europei, l'inquinamento atmosferico (soprattutto polveri sottili, ossido di azoto e ozono) continua a uccidere centinaia di migliaia di persone ogni anno.
L’Unione europea intende abbandonare il carbone entro il 2050. Un forte contributo dovrà però arrivare anche dalle banche europee, che nonostante l’apparente “svolta green” finanziano ancora il 26% di tutti i progetti per lo sviluppo di centrali a carbone nel mondo.
Il sistema europeo di scambio delle quote di emissioni ha raggiunto con tre anni di anticipo il suo obiettivo di riduzione della CO2 Ma, per essere davvero efficiente, deve risolvere un problema.
Un centro di ricerca europeo pubblica i dati di riferimento sulle emissioni di gas serra.
Le navi da crociera, le navi cisterna e i portacontainer giganti sono estremamente inquinanti. Su scala mondiale, il trasporto marittimo è responsabile per l'emissione di quasi un miliardo di tonnellate di CO2 all'anno. Ma, volendo, il settore potrebbe raggiungere l'obiettivo delle "zero emissioni" entro il 2050.
Tutto è cominciato con l’importazione di rifiuti destinati all’incenerimento nel periodo 2014-2016. Tra i nomi dietro a questa questione troviamo l'ex direttore di Lukoil Bulgaria Valentin Zlatev.