Immobilismo fra grosse disparità

Come rivela l'ultimo studio Eurostat, dal 2010 la spesa sociale nei paesi dell'Ue ha avuto una crescita molto ridotta.

Pubblicato il: Gennaio 3rd, 2018
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Immobilismo fra grosse disparità

Come rivela l’ultimo studio Eurostat, dal 2010 la spesa sociale nei paesi dell’Ue ha avuto una crescita molto ridotta.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Statistico dell’Unione europea (Eurostat), la spesa sociale è passata dal 28,6 per cento del Pil sette anni fa al 29 per cento nel 2015.

I dati evidenziano grosse disparità da un paese all’altro. “Queste disparità riflettono la diversità non solo del tenore di vita, ma anche dei sistemi di welfare e delle strutture demografiche, economiche, sociali e istituzionali di ciascuno Stato”, sostiene Eurostat.

Paesi come la Francia destinano infatti a pensioni, disoccupazione, famiglia e infanzia, esclusione sociale e invalidità il 34 per cento del Pil, mentre Romania o Lituania solo il 15 per cento. Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Italia e Germania dedicano alla spesa sociale circa un terzo del Prodotto interno lordo.

Se guardiamo invece il capitolo previdenziale, la distribuzione delle risorse segna un andamento opposto. In proporzione, i Paesi dell’Europa del sud spendono per le pensioni più dei Paesi del nord: in testa la Grecia con il 65,3 per cento sul totale della spesa per la protezione sociale, seguita da Italia e Portogallo.

Si osserva una leggera tendenza all’aumento della spesa tra il 2007 e il 2015 nei paesi che spendono di più per la previdenza sociale, e un sostanziale ristagno in quelli che spendono di meno. La tendenza si è accentuata dopo la crisi finanziaria.

Eurostat spiega che la maggior parte  (54 per cento) delle entrate che finanziano la spesa per il welfare nei singoli paesi viene dalla contribuzione sociale e il resto dal gettito fiscale.

Lo studio mostra quali sono i capitoli di spesa maggiori nei diversi Paesi europei. Le pensioni valgono in media quasi la metà di tutta la spesa sociale, il 45,2 per cento. Seguono la spesa sanitaria e per l’invalidità, con il 37,3 per cento; quella per la famiglia e i bambini (8,6 per cento); la disoccupazione (4,8 per cento) e infine quella per la casa (4,1 per cento).

In termini di protezione sociale pro capite (misurata a parità di potere d’acquisto, quindi senza tenere conto del diverso costo della vita nei vari Paesi), è stato il Lussemburgo, con 15000 euro, a sostenere la spesa maggiore, seguito da Norvegia e Danimarca, che spendono quasi 12000 euro a cittadino.

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